sabato 28 giugno 2014

La disfatta

Ci sono tutti i presupposti per riuscire nell'impresa. Siamo forti, sicuri di noi, senza paura. Abbiamo superato avversari quotati e siamo inciampati su avversari apparsi più difficili del previsto. Siamo convinti che possiamo farcela. Un intero popolo ci chiede un ultimo sforzo per coltivare il sogno. L'occhio cade sull'arbitro, che fischia. Lui, si spera, sia imparziale. Inizia il duello, l'ultimo decisivo per andare avanti. In campo siamo lenti e inconcludenti ma dalla nostra parte abbiamo la possibilità di puntare su due risultati a nostro favore. Perdere sarebbe drammatico, l'equivalente di una disfatta.


E' una partita complicata. In campo non si tira mai indietro la gamba, d'altronde la posta in palio è alta e il calcio non è di certo roba per signorine, almeno fino a qualche anno fa. Ottantadue minuti senza alcun gol, conditi da botte, un'espulsione e un morso, sì un 'morso' in stile vampiro, di un attaccante nei confronti di un difensore, non visto da chi? C'è un corner dalla destra, l'area è affollata di giocatori: In mezzo ad una selva di maglie se ne alza una di colore bianco col numero tre sulle spalle, che colpisce di testa mandando il pallone in fondo alla rete. Stiamo perdendo. Non ci voleva, non ce l'aspettavamo, eravamo i più forti, sicuri di noi, senza paura. Adesso non c'è più tempo per recuperare: arriva il triplice fischio come una pugnalata al cuore. Una sconfitta inattesa. Si torna a casa con l'amaro in bocca. E' una disfatta.

Sabino Bisso

FOCUS – SFASCIO AZZURRO. LE DELUSIONI AI MONDIALI DI CALCIO

Il 24 giugno 2014 a Natal (Brasile) contro l'Uruguay il tifoso italiano ha assistito solamente all'ultima tragedia sportiva della Nazionale italiana di calcio in centosedici anni di storia.

Scorrendo l'album dei ricordi amari, colorati di azzurro, si comincia dal 1954: Coppa Rimet in Svizzera. Nell'ultima partita del girone contro i padroni di casa, l'arbitro brasiliano Viana annullò un gol regolare a Benito Lorenzi, attaccante dell'Inter, convalidando il gol irregolare del 2-1 per gli svizzeri. A fine partita rissa con gli azzurri, poi l'arbitro fu radiato dalla federazione brasiliana.

Nel 1962 in Cile, la Nazionale piena di "oriundi" vale a dire di giocatori sudamericani ma di origine italiana esce di scena nel girone eliminatorio dove colleziona una vittoria, per 3-0 contro la Svizzera, e due sconfitte, per 1-0 nella prima partita contro l'U.R.S.S., e per 2-0 contro il Cile nel secondo match. La partita contro i cileni, più che un incontro di calcio è una battaglia. Gli azzurri condizionati dal clima ostile dovuto alla campagna denigratoria orchestrata dalla stampa italiana in merito alle condizioni precarie di vita del paese sudamericano, cadono nel tranello della provocazione e della rissa da parte dei padroni di casa, e costretti a giocare in nove uomini per quasi tutta la partita, in virtù delle espulsioni di Ferrini e David. Sul campo finisce 2-0 per i cileni, tra pugni non visti e risse continue.

Il 1966 è l'anno dei Mondiali inglesi. L'Italia affronta nel suo girone nuovamente il Cile, al quale restituisce il 2-0 subìto a Santiago quattro anni prima, l'URSS, perdendo per 1-0 il secondo match, quindi gli sconosciuti giocatori della Corea del Nord, etichettati dall'osservatore Valcareggi come 'ridolini'. Contro ogni previsione, gli azzurri perdono 1-0 e tornano a casa. Atterrati a Genova verranno accolti dai tifosi a "pomodorate".

Negli anni Duemila la Nazionale italiana conquista il quarto titolo mondiale a Germania 2006 entusiasmando gli sportivi italiani. Da campione in carica però quattro anni dopo a Sudafrica 2010 la corsa azzurra si ferma ancora una volta nel girone eliminatorio. Fatale la sconfitta nella terza partita contro l'esordiente Slovacchia, che ci manda a casa battendoci per 3-2.
Arriviamo quindi all'avventura chiusa pochi giorni fa in Brasile, dove l'Italia delude clamorosamente le aspettative dei suoi tifosi. La vittoria contro l'Inghilterra all'esordio entusiasma tutti, salvo avvertire le prime paure dopo l'inattesa sconfitta contro Costa Rica, che si qualificherà vincendo il girone. Ad accompagnare i caraibici non sarà purtroppo l'Italia, che crollerà tra le polemiche al cospetto dell'Uruguay vittorioso nei minuti finali, grazie ad un gol del difensore Godìn, dopo una partita caratterizzata dalla vicenda del morso di Suarez ai danni del difensore italiano Chiellini. L'uruguaiano Suarez verrà sanzionato dalla FIFA con 9 turni e quattro mesi di squalifica, in tutte le competizioni calcistiche, comprese le coppe europee ed il campionato inglese, dove con la maglia del Liverpool non potrà giocare almeno fino a ottobre 2014.

Fonti - www. Gds.it - Mondiali, l'Italia dà l'addio al Brasile.

- www. Gazzetta.it
- wikipedia.org

8 commenti:

  1. Post attuale, ahimè vero. Che delusione! Siamo tutti in crisi anche il calcio italiano, ci servirà?
    Dalle macerie si può ricostruire, basta crederci.
    Nina

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    1. Che vergogna, anzi che 'malafiùra', come diciamo noi siciliani per rendere meglio l'idea. Certi professionisti dovrebbero imparare ad avere l'umiltà del loro essere e chiedere scusa a quegli italiani che credevano in loro. Meriterebbero ingaggi a minimo salariale. Due mesi di silenzio 'calcistico' serviranno anche a me. Ne guarderò di meno e magari giocherò di più questa volta, cercando di non farmi del male, soprattutto alla testa. Quanto al calcio italiano, si deve rinnovare prendendo esempio dagli altri sport, ad esempio il basket, che sa ancora regalare forti emozioni e mostrare partite interessanti senza episodi violenti e senza produrre grossi ricavi. Grazie.

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  2. Questo mondiale, a mio avviso, ha rispecchiato ciò che siamo diventati noi italiani: incapaci e inconcludenti.
    Il calcio, l'unico luogo dove l'Italia è stata sempre fortissima, giorno 24 giugno 2014 si è accasciato ed è morto!
    C'è troppo fango e troppi interessi e troppi soldi ormai, per parlare di sport sano, pulito e onesto .. se consideriamo anche tutti i morti a causa del calcio, non ultimo Ciro Esposito.
    Non so ... è finita un'epoca ... è questa lla sensazione che provo.
    Grazie Sabino per questo post che invita a riflessioni più attente.
    L.I.

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    1. Ne riparleremo tra quattro anni, o forse anche prima, auspicando che il vedere una partita di calcio equivalga ad assistere ad uno spettacolo teatrale. D'altronde il palcoscenico non è altro che un rettangolo verde dove attori in calzoncini corti recitano a ruolo, circondati dalla folla esaltante che applaude all'unisono le gesta dei figuranti, o si dissolve dentro una marea di fischi assordanti quando si dispera per un rigore sbagliato. Grazie.

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  3. wow, quanta sofferenza per l'ITalia che perde... poco importa, calcio e corrida e gladiatori sono la stessa cosa: strumenti di distrazione delle masse.
    GD

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    1. Il calcio è l'oppio dei popoli. Usare con cautela e leggere attentamente le istruzioni d'uso.

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  4. Vedevo giocatori senza passione, miliardari in pantaloncini che non hanno bisogno di correre. Meglio una partita fra amici. Di calcio vero mi sa che è rimasto quello.

    Annalisa

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    1. Hai detto una verità sacrosanta. C'hanno tolto il sapore del duello, la rivalità, la competizione, il gusto del risultato finale. Il lato romantico dello sport è (quasi) scomparso. E non solo nel calcio ma in tutte le altre discipline sportive. Com'era bello e come ci divertivamo.

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