sabato 14 giugno 2014

Sogno Mondiale. Alla fine siamo tutti italiani

Quando si pensa all'Unità d'Italia è facile rievocare le gesta di Giuseppe Garibaldi, datate 1861. Adesso nel Terzo Millennio, come già nel Secolo scorso, l'idea di Italia Unita assume le sembianze di undici uomini in maglietta e calzoncini: la Nazionale azzurra di calcio, conosciuta anche come Club Italia. Eh già ci vuole poco per mettere tutti d'accordo e quando in campo si vedono le maglie azzurre torna a rinvigorirsi l'orgoglio italico. Non c'è alcun tipo di appartenenza sportiva che tenga al confronto con la Nazionale. Perché all'italiano medio gli puoi dare del milanista o anche dell'interista, dipende dalla squadra del cuore, ma la Nazionale no. Non ti azzardare a 'toccargli' la Nazionale altrimenti sono very guai, altro che Uruguay. Soprattutto quando si giocano i campionati mondiali di calcio, l'italiano medio si esalta anzi di più: si trasforma. Vuole contemporaneamente tifare, giocare e decidere la formazione e i cambi da effettuare. Rossi, Altobelli e Graziani? Oppure Totti, Del Piero e Toni? La storia non si cambia. Siamo stati Campioni del Mondo anche con questi giocatori in due epoche diverse, nel 1982 e nel 2006 anche se nell'albo d'oro i titoli mondiali sono quattro ma le prime due volte non se le ricorda nessuno, essendo figlie degli anni '30 arrivate a cavallo delle due Guerre Mondiali.




Meazza e Piola per le nuove generazioni sono i nomi di due stadi italiani rispettivamente quello di Milano San Siro e quello di Novara anche se appartengono a due campioni del calcio italiano. Per saperne di più sui due calciatori a cui i due stadi sono dedicati chiedere a chi è più anziano di settant'anni.
Gli eroi azzurri di oggi si chiamano Buffon, Pirlo, Balotelli. A loro si ispirano i piccoli talenti di oggi che saranno i campioni del domani, e di loro si fida metà del popolo italiano che li segue con passione. L'altra metà si presenta solo per festeggiare l'eventuale vittoria finale quando, speriamo, saremo tutti pronti a gridare "Campioni del Mondo" per cinque volte quante saranno i trionfi nell'albo d'oro della Nazionale italiana. Intanto a poche ore dal fischio d'inizio della prima sfida mondiale, ai tifosi non resta che augurare ai nostri campioni di andare avanti fino alla finale. Alla fine siamo tutti italiani per gridare in coro: FORZA AZZURRI!


Sabino Bisso

FOCUS – EROI AZZURRI DELLA NAZIONALE

Tra tanti campioni passati alla storia con la maglia della Nazionale italiana ai Mondiali di calcio ricordiamo questi calciatori:

Giuseppe Meazza: 53 presenze e 33 gol realizzati in maglia azzurra dal 1930 al 1939.

Silvio Piola: 34 presenze e 30 gol realizzati in maglia azzurra dal 1935 al 1952.

Alessandro Altobelli: 61 presenze e 25 gol realizzati in maglia azzurra dal 1980 al 1988.

Paolo Rossi: 48 presenze e 20 gol realizzati in maglia azzurra dal 1977 al 1986

Alessandro Del Piero: 91 presenze e 27 gol realizzati in maglia azzurra dal 1995 al 2008

Francesco Totti: 58 presenze e 9 gol realizzati in maglia azzurra dal 1998 al 2006

Tutti i calciatori sopra citati, (tranne Meazza, due volte Mondiale) hanno conquistato il titolo di Campione del Mondo una volta ciascuno

Fonti - Wikipedia.org

- 20° MONDIALE BRASILE 2014 supplemento del Giornale di Sicilia.






8 commenti:

  1. Assurdo come gli italiani si riscoprono tali solo durante i mondiali. Prima siamo siciliani, piemontesi, laziali, toscani, campani, lombardi. Siamo proprio un popolo strano.

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    1. Il gioco del calcio è la prima fonte di economia dello Stato italiano. Non sembra ma a guardare i bilanci delle società calcistiche (a nove zeri) è cosi. Addirittura su un giornale italiano ho trovato la notizia che la vittoria in finale degli azzurri inciderebbe di molto sul PIL (Prodotto Interno Lordo) Nazionale aumentandolo pure di un punto percentuale! Meglio di una finanziaria lacrime e sangue. Incrociamo le dita!

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  2. sei fango, ti dovrebbero buttare fuori da questa città e darti la cittadinanza di Sassuolo, ti scurdasti a citare u zù Totò Schillaci... mah
    (bella la battuta dlel'uruguay, bravo!!!)
    gd


    @Annalisa,: ancora buono che qualche italiano è uscito dall'altro club, quello di Forza Italia..
    gd

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    1. Totò Schillaci non l'ho dimenticato. Lui è stato capocannoniere con 6 gol ai Mondiali di Italia '90 dove l'Argentina di Maradona era amata dai napoletani più della nostra Nazionale. Poi la dea bendata ai calci di rigore s'è dimenticata di chi meritava davvero la finale contro la Germania. Altri tempi, altro tipo di calcio. Nostalgia canaglia.

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  3. Il tifo per lil calcio unisce e la vittoria della propria squadra rende felici. Ieri sera abbiamo vinto e la città era in festa, unita. Post attuale e vero, bravo!
    Nina

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    1. Grazie Nina. Anticamente in Grecia si fermavano le guerre quando c'erano in programma i Giochi Olimpici. Le Nazioni che partecipano a una manifestazione sportiva dovrebbero ispirarsi agli antichi greci, in occasione di eventi molto seguiti come i Mondiali di calcio, e lasciare polemiche e incidenti fuori dal mondo dello sport. Spesso purtroppo veniamo a sapere di scandali scommesse e doping, a danno della lealtà e della competizione in se e per se. Questo atteggiamento finisce per danneggiare la fede sportiva di molti appassionati.

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  4. Gran bel post, Sabi.
    L'ho apprezzato ancora di più nel momento in cui mi ha fatto riflettere sul fatto che: noi gentaglia italiana ci sentiamo unita solo quando dobbiamo tifare FORZA AZZURRI!
    Se mettessimo solo la metà di questa sinergia per migliorare talune nostre condizioni politico-socio-economiche, allora si che l'Italia sarebbe davvero un Bel Paese!
    Grazie per questo pezzo.
    L.I.

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    1. Grazie Lucia. Per essere campioni di sviluppo e rilanciare l'economia agli occhi del mondo, serve un programma preciso su cosa e come bisogna fare. Non è con la fuga all'estero delle nostre aziende che vanno a fare fortuna altrove che si aiuta l'Italia ma attraverso l'uso strategie mirate a creare introiti e occupazione, favorendo il ricambio generazionale. Se un allenatore fa turnover coi suoi calciatori, non facendo giocare sempre gli stessi, perchè una cosa simile se non identica non dovrebbero farla i datori di lavoro col proprio personale? In questo modo si potrebbe migliorare un Paese fermo da sessantotto anni. Ma nel 1946 venivamo da cinque anni di conflitto mondiale e si doveva ricominciare daccapo, come poi successe col boom economico degli anni Sessanta. Adesso senza la guerra (e meno male) si fatica anche a pensare a come costruire un'Italia più equa e solidale per e con tutti. Un sogno che diventa realtà?

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