venerdì 4 aprile 2014

Luca Toni e i cori della tifoseria rosanero

Da quando è stato costruito lo stadio a Palermo il cuore del tifo rosanero è rappresentato dalle curve. Che un tempo si chiamavano: una "curva lato Mondello – oggi Curva Nord" e una "curva lato Palermo – oggi Curva Sud". Tornando indietro con la memoria, dal "Barbera" sono passati migliaia di giocatori che hanno lasciato il segno nella storia del Palermo Calcio: da Sukru e Vycpalek, a Bronée e Gomez, Troja e Arcoleo, fino ad arrivare ai giorni nostri: Vasari, Corini, Zauli, Toni, Miccoli e l'italo-brasiliano Amauri. Tanti campioni che hanno coronato il sogno di tutti gli sportivi palermitani: giocare col Palermo in serie A.


Allo stadio si andava prestissimo per assicurarsi i posti migliori. Gli abbonati erano i borghesi della tribuna, ma il cuore popolare batteva sulla Curva Mondello, dove venivano piazzati quattro grandi tamburi e gli striscioni. Ai tempi del calcio romantico non c'era il tifo aggressivo e un po' squadrista cui le cronache ci hanno purtroppo abituati da qualche decennio. Non volavano motorini dagli spalti, tutt'al più qualche timpulata. I momenti più straordinari, di solito, erano all'inizio e alla fine del campionato. Nel primo caso perchè la squadra esordiva nell'ennesimo tentativo di scalare la classifica cadetta. Nel secondo perchè, magari l'obiettivo era a portata di mano e c'era bisogno di tutto il sostegno della tifoseria. Nell'un caso e nell'altro, però, era la stagione a dettare legge.


FOCUS - LUCA TONI

Luca Toni è un calciatore italiano. Campione del mondo con la Nazionale Italiana nel 2006.
Il suo gesto dopo aver segnato un gol è il ruotare la mano destra a coppa vicino all'orecchio destro, gesto nato quando militava nelle file del Palermo, da cui venne acquistato nel 2003 a 26 anni, con cui vinse il campionato di Serie B  diventando il capocannoniere con 30 gol in 45 partite, aiutando la squadra siciliana a essere promossa nella massima categoria; dei rosanero diventa il giocatore più prolifico in una singola stagione.
Con i palermitani, l'attaccante emiliano ha disputato anche la stagione seguente in Serie A segnando 20 gol in 35 partite e aiutando in maniera determinante la squadra a classificarsi al 6º posto e qualificarsi quindi per la Coppa UEFA, meritandosi l'ingresso nel giro della Nazionale azzurra.

FOCUS - I CORI DELLA TIFOSERIA

La tifoseria del Palermo è un nucleo caloroso di appassionati, che accompagna i propri beniamini durante le partite cantando a squarciagola per tutti i novanta minuti. Il cuore del tifo rosanero batte in Curva Nord, dove tra i gruppi organizzati, che sostengono i calciatori nel corso della stagione, spiccano i “Warriors Ultras Palermo” e le “Brigate Rosanero” nati nel 1980 e una parte più rosa ma ugualmente passionale, le “Rosanero Girls” nate nel 2005, in seguito al ritorno in serie A del Palermo dopo più di trent'anni.
Tutti si ritrovano sugli spalti almeno due ore prima del calcio d'inizio e sia prima che durante la partita cantano. Senza sosta. Cori a favore ma soprattutto contro. Si va dall'evergreen "Chi non salta è catanese" sulle note di "Bella Ciao" a quello indirizzato al campione avversario sulle note di "Guantanamera" che recita: "Rumpiti i corna, curnutu, rumpiti i corna...". Per i nostri eroi invece brani di incoraggiamento al ritmo di “Alè Palermo...conquista la vittoria, conquistala per noi” e così via... Quando il gioco riprende un boato da qualche anno in qua, accompagna la rimessa dal fondo del portiere avversario. Uno stretto fraseggio da curva a curva. Parole che solo il popolo rosanero può capire. Con applausone finale. Il portiere avversario prende la rincorsa e calcia e dagli spalti alle sue spalle si parte: "Suca". Dall'altra curva si leva alto: "Fuorte". Di fronte riprendono: "Cà puompa". Risposta finale: "Cchiù fuorte". E mentre gli applausi cadono copiosi e soddisfatti, partita e palla procedono ignare e stordite. Simpatico anche il modo di fare merenda allo stadio. Originale è "l'abbannìo" sugli spalti dei venditori di cornetti gelato e dei ghiaccioli al grido di “U sapuri ri gol”. All'arancia,  naturalmente. Oggi come ieri: una mano alzata a chiedere, un lancio perfetto per consegnare il ghiacciolo, una presa millimetrica per incassarne il prezzo. Mai un ghiacciolo perduto e tutti pagati. 

Sabino Bisso

11 commenti:

  1. ahahaaha, bel pezzo di folklore calcistico... comunque, io allo stadio non ci vado manco se mi pagano..ahaaaha
    gd

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    1. Allo stadio non mi sono mai annoiato. E certe volte è meglio guardare verso le tribune che stare a guardare la partita. In novanta e più minuti può succedere di tutto. Nel vero senso della parola.

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  2. Eheh ce ne sono tante di curiosità sul calcio! Bella l'immagine finale del ghiacciolo che non sbaglia un colpo.

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    1. Spesso, per non dire sempre, fanno notizia gli scontri tra opposte tifoserie, o tra tifosi e forze dell'ordine. La partita di calcio dovrebbe essere sempre una festa di sport Almeno in Inghilterra, grazie al Governo Thatcher, tra gli anni Ottanta e Novanta, il fenomeno "Hooligans" è stato debellato, applicando pene severissime a chi si azzarda a creare disordini. I club inglesi sono stati sospesi per cinque anni dal giocare le Coppe Europee di calcio, poi hanno imparato la lezione. Negli stadi non ci sono recinzioni tra gli spalti e il terreno di gioco. Qui ancora non si sono resi conto che andare allo stadio è quasi come andare a teatro. Allo stadio trovi gente di qualsiasi ceto sociale, uomini, donne, bambini, uniti dalla passione calcistica. Vai a vedere sempre uno spettacolo e devi cercare di stare composto al tuo posto, senza dare fastidio. Almeno sugli spalti però il silenzio è vietato. Rischi di fare "malafiùra" se non sostieni la tua squadra. E a quel punto, "stai accùra cà pigghi vastunati". Potresti essere scambiato per un infiltrato juventino in Curva Nord!

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  3. Mi sono sembrate più di trenta righe, ma ho trovato il pezzo interessante: ci sono un sacco di cose che non so sul calcio e ancora di più su quello palermitano.
    Bravo Sabino.
    L.I.

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    1. Conosco persone il cui appetito dipende dal risultato finale di una partita di calcio. Se la squadra del cuore non vince ad alcuni si chiude lo stomaco per ore. Non è il mio caso perché mangio per fame e non per sport.

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  4. Bravo Sabino con questi odori, colori e sapori da stadio palermitano.
    Nina

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    1. Lo slogan pubblicitario di una nota marca di caffè palermitano recita: "Tu u culuri 'ccia taliari e quattru gol 'cciamu a fari".

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  5. Io l'ho sempre detto: il vero palermitano si riconosce a tavola. Anche quand'è rosa, nera e dallo sfondo verde erba sintetica :P

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    1. Il palermitano a tavola è imbattibile. Nelle sagre di paese e nei giorni di festa sfoggia uno stomaco da fare paura capace di mangiarsi un menu intero.

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